Roma, 08/02/2022 Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
“Mi pare che sulla base della normativa vigente la ripartizione delle responsabilità tra autorità sia chiara e che il relativo coordinamento abbia nel complesso funzionato”. Lo ha dichiarato il direttore generale di Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, in relazione alla vicenda “diamanti”, cioè la segnalazione alla clientela, da parte delle banche, della possibilità di acquistare diamanti presso i propri sportelli, da società terze specializzate.
Tale attività, ha detto Signorini, “non costituisce, a termini di legge, né un’attività bancaria o finanziaria, né un servizio d’investimento”.
Tuttavia “da questa attività possono derivare rischi sia per i consumatori, sia per la sana e prudente gestione degli intermediari attivi in questo mercato”.
Nel ripercorrere la vicenda della vendita dei diamanti tramite gli sportelli bancari, il Direttore generale della Banca d’Italia, ha fornito alcuni aggiornamenti sui numeri:
1. Gli istituti coinvolti, per quattro dei quali è stato chiesto il rinvio a giudizio per truffa, autoriciclaggio, ostacolo alle funzioni di vigilanza e corruzione fra privati, hanno incassato 273 milioni di commissioni, pari al 14,5% del valore delle pietre preziose.
2. Sono arrivati a circa 1,2 miliardi di euro i rimborsi versati ai clienti dalle banche coinvolte, nella veste di intermediari nello scandalo sulla vendita di diamanti a prezzi gonfiati. Le banche hanno accolto il 93% delle richieste di rimborso da parte dei clienti, che (in alcuni casi) oltre al ristoro hanno potuto tenere i diamanti.
3. Tra il gennaio 2017 e il gennaio 2022 Banca D’Italia ha ricevuto circa 1400 esposti. Gli intermediari più interessati dagli esposti sono Banco Bpm (79,5%), Mps (9,3%) e Unicredit (6,8%), tutti multati dall’Antitrust nel 2017 e per le quali la procura di Milano nel 2021 ha chiesto il rinvio a giudizio.
4. i clienti coinvolti nella truffa sono stati circa 71.000 e a ricevere i rimborsi, fino allo scorso ottobre, sono stati 52.440 acquirenti.
5. L’antitrust nel 2017 ha inflitto sanzioni a quattro banche per le modalità ingannevoli di offerta dei diamanti: 4 milioni per Unicredit, 3,35 milioni per Banco BPM, 3 milioni per Banca Intesa, 2 milioni per Banca MPS.
Riguardo a Banco BPM, gli elementi acquisiti “hanno messo in evidenza un diretto e significativo coinvolgimento della banca nell’attività di commercializzazione di diamanti, non correttamente riportato nell’ambito delle informazioni trasmesse in esito alle richieste di chiarimenti della Banca d’Italia. In relazione a ciò, la Banca d’Italia ha presentato alla Procura di Milano denuncia formale ai sensi dell’art. 331 c.p.p. A supporto della denuncia è stata resa nota alla magistratura, previo assenso della BCE, l’interlocuzione tra il Banco BPM e la stessa BCE sulla vicenda della commercializzazione di diamanti. La Banca d’Italia si è costituita parte civile”. Lo scorso 21 gennaio il processo è stato diviso in più tronconi: le condotte di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Banca d’Italia sono state trasferite a Verona da dove il processo dovrà ripartire.
“La Banca d’Italia ha esercitato specifiche azioni di moral suasion nei confronti delle singole banche coinvolte – ha detto Signorini -; gli intermediari hanno comunicato l’avvio di iniziative di rimborso nei confronti dei clienti che avessero presentato un reclamo; qualche banca ha disposto i rimborsi anche senza passare per uno specifico reclamo. In alcuni casi le pietre in precedenza collocate sono state ritirate, con rifusione di quanto speso; in altri i clienti hanno potuto conservare le pietre e ricevere un indennizzo per la differenza di valore”.