Ubi Banca conclusa l’offerta di intesaSanPaolo: Quali sono gli effetti sulla clientela?

14.03.2018

Ubi Banca conclusa l’offerta di intesaSanPaolo: Quali sono gli effetti sulla clientela?

Giovedì 30 luglio 2020 si è conclusa l’OPAS (offerta pubblica di scambio e acquisto) promossa da IntesaSanpaolo avente ad oggetto azioni ordinarie emesse da UBI Banca. Il risultato è andato ben oltre le più rosee aspettative raggiugendo il 90,2% del capitale in adesione, sopra la soglia del 66,7% che rappresentava l’obiettivo target. Il risultato ottenuto porterà alla fusione delle due realtà bancarie.

Nel mese di Settembre sarà necessario convocare l’assemblea dei soci per deliberare la cessione di oltre 500 filiali banca, così come imposto dall’Autorità garante per la Concorrenza e il Mercato per il via libera all’operazione arrivato il 16 luglio scorso (quest’ultima ha imposto una serie di misure di carattere strutturale per mitigare eventuali rischi che potrebbero profilarsi per la tutela della concorrenza).

Principale indiziato per l’acquisizione degli Sportelli è il gruppo BPER come confermato da Alessandro Vandelli, amministratore delegato della Popolare dell’Emilia-Romagna, che in un’intervista al Sole 24 Ore del 23 Luglio 2020 spiega che “gli sportelli sono stati già identificati ad uno ad uno. La prevalenza, circa il 70% degli impieghi e della raccolta da clientela, è nel nord del Paese, soprattutto in Lombardia. E poi in Piemonte, Liguria e Marche, meno nel resto d’Italia”.

Gli effetti della fusione sulla clientela dei due istituti di credito saranno molteplici. Innanzitutto si renderà necessaria una migrazione verso nuove coordinate bancarie sia per i clienti delle filiali UBI che passeranno sotto il controllo di IntesaSanpaolo sia per i clienti delle filiali UBI che verranno cedute a soggetti terzi (come imposto dall’Autorità garante). Il cambio delle coordinate bancarie potrebbe portare a disguidi o ritardi nelle operazioni. Questo avrà conseguenze di rilievo alla clientela professionale a cui verrà richiesto l’ulteriore onere di comunicare a clienti e fornitori di beni e servizi le nuove coordinate con probabili disagi e errori.

L’operazione di fusione porterà alla sostituzione di carte di credito, carte di debito, libretti di assegni e le piattaforme digitali a disposizione della clientela come l’home banking (sia attivo sia passivo).

Altro aspetto di rilievo legato alla fusione, riguarderà le nuove politiche di credito che potrebbero avere effetti sull’istruttoria delle pratiche o generare ritardi nell’erogazione di mutui, finanziamenti e prestiti.

“Tra i clienti che subiranno più disagi ci saranno probabilmente quelli di entrambe le banche coinvolte nella fusione, che, avendo fidi di conto corrente nei due istituti, potrebbero vedere ridotta la propria disponibilità di cassa perché la nuova banca potrebbe non voler mantenere una concessione pari alla somma dei due fidi”. Come sottolinea il sito Quifinanza.it.

E’ importante sottolineare che sul piano giuridico, nell’ipotesi di fusione per incorporazione, di norma, la società incorporante subentra in tutti i rapporti giuridici dell’incorporata.

Quest’ultimo aspetto è fondamentale, in quanto la clientela UBI Banca può, in ogni caso, far valere i propri diritti e chiedere il rimborso di eventuali somme addebitate in modo illecito nel conto corrente sia nei confronti del nuovo soggetto derivante dalla fusione sia nei confronti della banca che acquisirà gli sportelli oggetto di cessione.

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